venerdì 23 gennaio 2009

Violenza alle donne, ora basta


ROMA- Due casi in soli due giorni. Almeno quelli denunciati. Nel primo una ragazza di 21 anni di Guidonia è stata rapita,portata in aperta campagna ed abusata a turno da cinque uomini. Il ragazzo, 23enne, è stato invece picchiato e malmenato selvaggiamente. Solo un giorno prima, a Roma, una 41enne che tornava dall’ospedale dopo essere andata a trovare il compagno era scesa dall’autobus 916. Due uomini, uno italiano e l’altro extracomunitario, l’hanno fermata l’hanno aggredita e poi violentata. Uno la manteneva mentre l’altro le ha prima strappato i vestiti per poi avere con lei un convegno carnale. Uno strazio che alle due ragazze resterà sempre impresso. Un ricordo che potrebbe non abbandonarle per tutta la vita. Fin qui i fatti. Sui quotidiani nazionali le vicende sono già state riprese quindi, in questa sede, non sarà analizzato l’aspetto puramente neristico. La mia voleva essere una riflessione sulle leggi e sulla sicurezza. Troppo pochi, innanzitutto, gli anni di carcere per chi viene dichiarato colpevole. La legge del 96 prevede una pena che va dai 5 ai dieci anni per chi viene ritenuto responsabile di violenza carnale. La pena si innalza ad un massimo di 14 se la sopravvissuta allo stupro ha un’età inferiore ai dieci anni. Questo in teoria. Ma la possibilità di procedere con rito abbreviato riduce da se un terzo della pena. Da 14 si passa a 9 anni mentre da cinque anche a tre anni e quattro mesi. Poi esistono benefici come la semilibertà che riducono ancora di più la pena. Quindi che viene condannato a tre anni e quattro mesi può uscire dopo meno di due. Troppo poco. Lo stupratore, in questi casi, potrebbe andare a ricercare la donna che lo ha denunciato e rifarlo o, nei casi più gravi, uccidere quest’ultima solo perché lo avrebbe “rovinato”. Una legge più severa andrebbe di sicuro ad arginare il fenomeno. Ci vorrebbe la pena di morte oppure l’ergastolo. Perché la violenza condanna la donna a questo tipo di pena. La paura eterna di uscire da sole, di non poter affrontare una scalinata buia insieme ad amici o al proprio compagno, non è ergastolo? Non è ergastolo non dormire la notte affogate dalle lacrime e dai flashback di quanto si né dovuto subire? Chi non ha avuto la sventura di dover sopportare tutto questo dice alle sopravvissute: “Cercate di dimenticare”. Ma non sa che questo è impossibile. Impossibile non sentirsi dentro quel coso che ti sventra e ti mangia dentro. Questo è ergastolo non quello di Izzo o di tanti altri che possono uscire e rifarlo di nuovo. Non penso che la colpa degli stupri sia di Veltroni o di Alemanno oppure di qualsiasi sindaco di città dove accadono. Ma per la sicurezza propongo di mettere in atto delle ronde anche di cittadini volontari che pensino a vigilare. Le forze dell’ordine dovrebbero potenziare i turni notturni. Come? Il Ministero dovrebbe bandire nuovi concorsi per aumentare gli organici e sburocratizzare l’Arma dei carabinieri, la polizia o la Guardia di finanza. Ossia meno agenti dietro le scrivanie e più pattuglie in giro per le città. Anche se questo dovesse significare più tasse. Meglio pagare per queste cose e non per aumentare lo stipendio dei politici. A proposito di loro. Se lo dovrebbero abbassare lo stipendio a tutti i livelli istituzionali invece di organizzare solo convegni che lasciano il tempo che trovano.