lunedì 23 marzo 2009

Caso Sepede, copisteria dissequestrata. Chi pagherà i danni subiti dai proprietari dell'immobile

CAMPOBASSO – Era il 10 settembre 2002 quando all’interno della copisteria “Pensato Stampato” veniva trovato il cadavere di Franca Martino. Da allora i locali furono posti sotto sequestro giudiziario per permettere lo svolgimento delle indagini. Ad aprile dello scorso anno la condanna definitiva del genero Michele Sepede. Un ergastolo per quel delitto ed un altro per quello del padre Emilio avvenuto il 26 gennaio 2000 nella sua abitazione di Busso. La casa, al contrario, non è stata mai posta sotto sequestro. In un primo momento la morte dell’uomo fu ricollegata ad un incidente domestico. Ora, dopo più di un anno dal giudizio definitivo, anche i proprietari del locale di via Mazzini adibito a copisteria è stato dissequestrato. Da pochi giorni il provvedimento è stato notificato all’ingegnere Antonio Di Renzo. Quest’ultimo, in questo tempo trascorso tra indagini e udienza preliminare, Corte D’Assise, Corte d’Appello e Corte di Cassazione non ha potuto utilizzare un locale che altrimenti gli avrebbe potuto fruttare denaro. Dal punto di vista investigativo il provvedimento era necessario. Più volte la Squadra mobile è dovuta rientrare per riesaminare frammenti di pelle e di capelli rinvenuti al suo interno. Ma dal punto di vista economico per l’ingegnere è stato una vera e propria perdita economica. “Non mettiamo in dubbio l’efficacia investigativa- ha dichiarato a “La Gazzetta del Molise” – ma vogliamo denunciare che in sei anni e mezzo di indagini nessuno ci ha versato una lira. Mi chiedo, a questo punto, dove sia la giustizia italiana”. L’ingegnere Di Renzo ha anche aggiunto una nota dolorosa sulla vicenda. “Mio suocero- ha evidenziato – è morto prima di poter vedere i locali dissequestrati”. Per l’omicida la fine della pena è mai. Nel locale ora sono entrati alcuni operai per provvedere alla sistemazione delle stanze per riaffittarli. Escluso l’utilizzo per sedi elettorali in vista delle comunali del 6 e 7 giugno.

Non riusciva a controllarsi, molestatore assolto

CAMPOBASSO – Davanti ad una bella cameriera non è riuscito a controllarsi. Per queste motivazioni un uomo di 40anni residente in un comune della provincia è stato assolto dall’accusa di molestie sessuali. Il fatto era avvenuto in un’enoteca. L’uomo aveva visto la dipendente che l’aggradava. In un momento ha deciso di masturbarsi. Anche quando la vittima se l’era data a gambe. La motivazione della sentenza, che ha sposato in pieno la teoria dell’avvocato difensore Antonello Veneziano, è stata ricondotta ad eccitazione incontrollabile e non punibile. L’uomo è stato dichiarato parzialmente incapace di intendere e volere. La sentenza farà giurisprudenza in un momento di particolare attenzione alla violenza alle donne.

venerdì 20 marzo 2009

Isernia, violenza sulla moglie. Quarantenne in manette


Lo scenario è un comune della provincia pentra. Ancora una volta il palcoscenico è la famiglia. Stiamo parlando dell’ennesimo caso di violenza sessuale registrato tra le mura domestiche. L’episodio si è verificato nello scorso fine settimana ma se n’è venuti a conoscenza soltanto nella giornata di ieri. Era il pomeriggio di domenica quando la coppia si è trovata sola in casa. I tre figli erano fuori impegnati in attività extrascolastiche. La lite si è verificata quasi subito. La relazione di coppia era ormai alla deriva. Ma il marito quarantenne pretendeva un rapporto sessuale. La donna, visto che non è più innamorata del suo consorte, si è rifiutata. Allora è nato l’alterco. Lui sì lei no come accade in quasi tutte le coppie in crisi. Alla fine l’uomo avrebbe usato la forza. Avrebbe sbattuto la consorte contro il muro e poi sul lettone. Poco dopo si sarebbe consumato il rapporto sessuale. Sarebbe avvenuto contro la volontà della donna. Quest’ultima, piangente, si è subito recata alla caserma dei carabinieri per denunciare il fatto. I carabinieri hanno provveduto ad accompagnarla nel nosocomio più vicino per accertare quanto successo. Il rapporto sessuale è stato accertato. Ora bisogna capire se è avvenuto o meno con violenza. L’uomo, durante l’interrogatorio avvenuto lunedì, ha detto che la congiunzione carnale è avvenuta con il consenso della donna. Lo ha sostenuto tramite il suo legale Lucio Epifanio. Ma non è servito per evitare la convalida dell’arresto in carcere. Ora l’avvocato per tentare di far liberare l’uomo potrebbe rivolgersi al Tribunale del Riesame di Campobasso. I carabinieri stanno continuando ad indagare per stabilire se la donna abbia potuto mettere in scena la violenza per vendicarsi di un marito che non la ama più. Ma l’ipotesi sembra avere già in queste ore poca consistenza.

Stupro della Caffarella, presi i responsabili incastrati dal Dna

ROMA - Colpo di scena nelle indagini sullo stupro avvenuto il 14 febbrario scorso nel parco della Caffarella a Roma: gli investigatori hanno identificato i due presunti responsabili. I sospettati, due romeni di 18 e 27 anni, hanno entrambi precedenti penali per rapina e altri reati. Ad incastrarli, dopo diverse settimane di indagini anche in Romania, anche il test del dna: sarebbe compatibile con quello trovato sui vestiti della ragazzina di 14 anni violentata e sulla scena del crimine. In ambienti investigativi la nuova pista viene giudicata "buonissima".
Loyos e Racz sono ancora in carcere per altri reati - I due romeni furono arrestati lo scorso 18 febbraio con l'accusa di violenza sessuale Alexandru Isztoika Loyos e Karol Racz. Il Tribunale del Riesame il 10 marzo scorso ha annullato però l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei due romeni che comunque sono ancora in carcere con altre accuse: Loyos per calunnia ed autocalunnia (per gli inquirenti si sarebbe autoaccusato per coprire i veri responsabili dello stupro) e Racz per un'altra violenza, quella ai danni di una donna di 40 anni avvenuta nel quartiere periferico di Roma di Primavalle. Nei giorni scorsi, dopo una pesante battuta d'arresto nelle indagini, la Questura aveva avviato accertamento sui ricettatori che avrebbero venduto i due telefonini della ragazzina violentata e del fidanzato.
FONTE TISCALI

mercoledì 18 marzo 2009

Rotten food, sequestrati 3,5 tonnellate di alimenti scaduti


CAMPOBASSO – Tre tonnellate e mezzo di alimenti scaduti sequestrati ed un imprenditore, Sergio Martone, denunciato per frode alimentare e impiego di manodopera illegale. E’ questo lo scenario raccapricciante davanti al quale si è trovata la Guardia di finanza del capoluogo di regione il 13 marzo scorso nell’ambito dell’operazione “Rotten food”. Avevano puntato a tre strutture alberghiere di Campitello Matese ed ad una di Campobasso dopo la segnalazione ricevuta per lavoro nero. Si tratta del San Giorgio di Campobasso, del Kristiane, Kristall e Il rifugio di Campitello Matese. Effettivamente hanno pizzicato sei macedoni, due italiani, uno svizzero un polacco ed un albanese a lavorare senza regolare contratto. Ma il vero e proprio scandalo si è registrato nel momento in cui le fiamme gialle hanno deciso di ispezionare le cucine e le riserve dei ristoranti. Qui è venuto fuori l’impossibile, ciò che un molisano abituato a prodotti di qualità non avrebbe mai pensato di poter arrivare nel mangiare in un ristorante della propria regione. C’era una montagna di cibo avariato, pronta per essere servita a tavola. Questi i dettagli dell’operazione. Sotto sequestro 517,30 kg di carne, 74,70 kg di pesce, 1657, 50 kg di pasta, 2,45 kg legumi, 2kg di pepe, 31,50 kg di riso, 16,30 kg di salumi, 42,30 kg di frutta sciroppata, 8 kg di formaggi, 63 kg di zucchero, 335 l di acqua, 10,50 l di vino, 11 l di aceto e persino prodotti dolciari.
Il blitz è stato coordinato dal sostituto procuratore della repubblica di Campobasso Giovanna Rosa Immacolata Di Petti.
Ma non è tutto. Gli alimenti avevano un contorno a dir poco da voltastomaco. Si tratta di escrementi di topi ritrovati sul pavimento della dispensa. Tutti gli alimenti erano accatastati gli uni sugli altri. C’era pesce scaduto nel 2008, mozzarelle ed involtini di pollo pieni di muffa. Il tutto riportava una data di scadenza riferita al 2007. I cibi avariati, nel loro complesso, recavano date di scadenza relative agli anni 2004, 2005 e 2006.
Dei succhi d’arancia, destinati alla colazione del mattino, addirittura erano scaduti nel 2003. Uno scenario, caratterizzato da degrado dei luoghi, carenze igieniche, promiscuità tra prodotti avariati ed altri ancora commestibili. Impossibile, inoltre, una compiuta tracciabilità per gli alimenti di origine animale. Una cella frigorifero zeppa di alimenti scaduti, veniva addirittura rinvenuta all’interno di una camera da letto non destinata alla clientela dell’albergo. Tutte le attività ricettive -gestite da tre diverse società-, sono comunque riconducibili ad un unico imprenditore molisano, il quale dovrà rispondere delle violazioni previste e punite dall’articolo 5 della legge 283/1962. Le sanzioni previste dalle vigenti norme in materia, contemplano l’arresto ed un’ammenda che, nel caso specifico, potrebbe superare i 120.000 Euro.
All’atto dell’intervento operativo, tutte le strutture ospitavano numerosi clienti. Altrettanto consistente, è da ritenersi il calendario delle prenotazioni nel medio termine, tenuto conto delle prossime e pressoché imminenti festività pasquali.
Ulteriori solchi investigativi interesseranno i possibili collegamenti delle imprese coinvolte, con gli ambienti criminali dediti alla commercializzazione illecita di alimenti avariati o scaduti. Le cronache nazionali degli ultimi giorni hanno infatti evidenziato come le consorterie delinquenziali siano sempre più interessate alla gestione di questo ricco ed illecito “business”.

Alga rossa, pesca chiusa nella diga d'Occhito

CAMPOBASSO – Chiusura temporanea dell’esercizio della pesca nell’invaso di Occhito e nei corsi d’acqua ad esso collegato. Lo ha deciso la Provincia di Campobasso. E’ avvenuto dopo essere venuta a conoscenza della presenza dell’alga rossa nella diga artificiale situata tra Molise e Puglia. Lo ha fatto considerando i possibili rischi tossicologici associati al consumo di prodotti ittici prelevati. La decisione è arrivata con disposizione presidenziale n. 49 del 18 marzo 2009. E’ stata disposta, in via cautelativa, ai fini della tutela della salute pubblica, la chiusura temporanea all’esercizio della pesca nell’invaso di Occhito (sponda molisana) e nei seguenti corsi d’acqua ad esso collegati. Si tratta del fiume Tappino fino alla confluenza del torrente Succida a monte dell’invaso e del fiume Fortore fino a 2 km a monte dell’invaso e per l’intero corso d’acqua (tratti di competenza provinciale) a valle dello stesso. La disposizione è valida fino a nuova ordinanza.

venerdì 13 marzo 2009

Violenza sessuale, il mostro è in casa

ROMA - Continua a crescere anche nel 2008 il numero di donne vittime di violenza, non solo sessuale, che hanno chiesto aiuto a "Telefono Rosa". Un bilancio presentato a Roma dal quale emerge che sempre più spesso l'autore della violenza è in casa.
- I DATI: Nel corso del 2007 si sono registrati 1.492 casi di richieste di aiuto, che nel 2008 hanno raggiunto quota 1.744 (circa il 16% in più), delle quali 1.457 provenienti da cittadine italiane e 287 da donne straniere. Per le vittime italiane, l'età si concentra tra i 35 e i 54 anni. Il fenomeno della violenza incontra, però, come principale ostacolo proprio quello di restare sommerso: si calcola che soltanto il 10% venga denunciato.
- LA CASA IL LUOGO MENO SICURO: Nel 53% dei casi autore della violenza è il marito o il partner, ciò significa che nel 2008 ci sono state 1.430 donne che hanno subito violenza all'interno di una relazione affettiva, all'interno delle mura domestiche. E' necessario poi aggiungere il 9% di quante dichiarano di subire violenza dal proprio convivente (il dato raggiunge il 15% nel caso delle cittadine straniere) e il 2% di coloro che patiscono maltrattamenti da parte del fidanzato. Si riduce al 2% la quota di donne che dichiarano di aver ricevuto violenza o maltrattamenti da parte di uno sconosciuto.
- PROTAGONISTA VIOLENZA E' COLTO E CON LAVORO: Un elevato livello di scolarizzazione non esenta gli uomini dal commettere atti violenti. Accanto alla maggioranza di quanti si configurano come impiegati (23%) o operai (18%), si riscontrano significative percentuali di liberi professionisti (11%), imprenditori (6%), commercianti (6%) e alti funzionari (6%). Si riduce al 7% la quota di disoccupati.
- ALCOL E DROGA NON SONO ALIBI: Sembra cadere, inoltre, la correlazione tra comportamenti violenti e abuso di droga o alcol: nel 69% dei casi l'autore della violenza non era dedito né a bere né a drogarsi.
- VIOLENTI IN CASA, 'NORMALI' FUORI: Spesso, gli autori della violenza hanno personalità duplici e comportamenti che tendono a distinguere l'atteggiamento tenuto a casa, da quello negli spazi pubblici: la violenza è privata, non sconfina al di fuori dell'ambito familiare, secondo il 69% delle vittime italiane.
- IL TIPO DI VIOLENZA: Il carattere domestico rende più frequenti le violenze di tipo psicologico (31%) e quelle di tipo fisico, in particolare le percosse (23%) da parte del partner. A queste si aggiungono le sottili forme di minaccia (13%) e la violenza di tipo economico (10%). Sono il 3% le violenze sessuali raccontate a Telefono Rosà.
- VIOLENZE REITERATE: raggiunge l'83% dei casi il numero di vittime italiane costrette a sottostare quotidianamente agli atti violenti, dato in rilevante crescita rispetto al 2007. - LE CAUSE DELLA VIOLENZA SECONDO LE VITTIME: Motivi di tipo caratteriale (43%), gelosia (11%), o contrasti familiari (10%). Nell'11% la presenza di disturbi psichici.
Fonte Ansa

sabato 7 marzo 2009

Giornata della donna, nulla da festeggiare

CAMPOBASSO – Giornata della donna, la si dovrebbe celebrare oggi in tutto il mondo. Ma non tutti la pensano così. Le origini risalgono al 1908. Pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Fu proprio l'8 marzo che il proprietario, Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle lavoratrici di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 prigioniere morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg.Da allora per le donne dovrebbe essere cambiato molto. Possono lavorare, teoricamente raggiungere anche posti di potere, e soprattutto, dal 1946 in Italia hanno ottenuto anche il diritto di votare e partecipare alla vita politica. Questo però soltanto dal punto di vista della pura formalità. Ad oggi però non abbiamo mai avuto un capo dello Stato o un presidente del Consiglio dei Ministri donna. Soltanto qualche esponente di governo insieme ai presidenti della Camera Nilde Iotti ed Irene Pivetti. In Molise la situazione è anche peggiore. La rappresentanza femminile in politica è tendente a zero. Proprio per questo motivo resiste una cultura predominante maschilista. Ciò che succede sul lavoro è lo specchio di situazioni familiari stagnanti. Troppe donne non denunciano di essere ancora picchiate e violentate dai mariti. Stando ai dati pubblicati recentemente dall’Istat in Molise il 95% delle donne non denuncia. Avviene perché la maggior parte subisce ancora la dipendenza economica dal proprio uomo ma soprattutto perché le donne hanno ancora paura della giustizia. Leggi troppo garantiste nei confronti di mariti violenti e stupratori occasionali. Il massimo previsto è dodici anni di carcere. Nessun giudice ha il coraggio di comminare una simile pena ad un violentatore. Fino ad un mese fa, uno stupratore poteva andare agli arresti domiciliari dopo aver abusato di una ragazza in discoteca. In regione si nasconde, purtroppo, un altro tipo di violenza: lo stalking. Ora è prevista la punibilità per tale reato: una conquista. Nei 136 comuni molisani non se n’è mai sentito parlare. Si annida anche tra le realtà lavorative ed i ceti sociali più elevati. In zone d’ombra dove si crede che tutto sia pulito e si viva in un’isola felice. Le vittime spesso non denunciano. Hanno paura della ritorsione licenziamento oppure di finire peggio. Violentate sul serio oppure, nei casi limite, uccise. Per loro è stato creato il centro antiviolenza “La Fenice” con sede a Campobasso. La finalità della Croce Rossa è sconfiggere quel muro di omertà che si crea attorno alla singola vicenda non denunciata. Il centro offre assistenza psicologica e legale. In regione come in Italia il fenomeno stupri è in crescita. Per tutti questi motivi la giornata della donna non ha ancora nulla di festa. Se non il lato commerciale dove si vendono mimose e si organizzano serate in pizzeria per la fortuna dei ristoratori. Di conquiste vere da festeggiare non ce ne sono affatto.

Donne in politica, Isernia maglia nera

ISERNIA – Segolene Royal, Benazir Bhutto e Hillary Clinton sono alcune delle donne che nella politica internazionale si sono fatte strada. Ad Isernia queste realtà sono lontane anni luce. Soprattutto se si guarda l’organico dell’amministrazione di palazzo Berta. Le elezioni sono vicine. A giugno i cittadini sono chiamati a rinnovare tutto l’organigramma. Le donne sperano di essere tenute in maggiore considerazione nella chiusura delle liste elettorali. La legislatura guidata da Raffaele Mauro si è fatta notare, in questi cinque anni, per l’assenza quasi totale delle donne nel proprio organismo. Presidente a parte la giunta è un fatto di soli uomini. Ad affiancare Mauro infatti ci sono ora Angelo Iapaolo, Pasquale Rocco De Lisio, Fausto Pompeo, Angelo Camele, Angelo Mascio, Gino Taccone, Romeo De Luca e Francesco Di Zazzo. Presenza rosa quindi uguale a zero.
Per trovare una donna bisogna scendere in consiglio. La bandiera dell’universo femminile è il consigliere Udc Gabriella Liberatore. Per il resto, quando si assiste ad una riunione di palazzo Berta, si notano soltanto una marea di giacche e cravatte. Va meglio invece al palazzo comunale. In giunta la presenza più significativa femminile di Isernia. Stiamo parlando dell’assessore all’urbanistica Rosa Iorio sorella del governatore Michele Iorio. Allo stato dei fatti è l’unica donna che conti nel panorama politico della città pentra. L’unica che può prendere decisioni strategiche per il bene della centro Lo ha già dimostrato con diverse delibere che hanno di fatto migliorato la condizione della terza città del Molise in quanto ad abitanti. In consiglio comunale sono tre invece le esponenti del gentil sesso. La più conosciuta è Maria Teresa D’Achille eletta nelle liste dell’Ulivo. A rappresentare la maggioranza invece Angelica Morelli di Forza Italia e Rita Pilla dell’Udc. Davvero poche cinque donne nei due centri di potere politico più importanti della provincia, se si considera che in totale le persone impegnate sono 80. In percentuale sono il 6,25% del totale. Considerando invece soltanto il dato provincia la situazione diventa ancora più grave. La presenza di un elemento femminile su 33 componenti fa calare il dato al 3,03%. Nemmeno solo al Comune la soglia riesce a sfondare il muro del 10%. Le donne sono 4 su 47 per un totale dell’8,51%. Soltanto le elezioni provinciali di giugno potrebbero portare la percentuale di donne al potere ad un livello accettabile. Ma, oltre alle candidature, servono rappresentanti del gentil sesso che abbiano il coraggio di dare la preferenza ad una donna. Fino a quel momento le isernine l’8 marzo non avranno nulla da festeggiare.

mercoledì 4 marzo 2009

Giornata della donna, a Roma l'anfora dell'Udi


ROMA- L’Anfora testimone della Staffetta sarà nel Lazio a Marzo e l’8, dalla Sede nazionale, le donne dell’UDI, insieme con altre associazioni di donne, la porteranno in Via Andersen, la strada dove si è consumato uno dei tanti attacchi della guerra dichiarata al genere femminile. Una guerra in cui noi donne saremo i “caschi rosa”, perché la nostra attenzione non si ferma il 25 Novembre 2009, così come è incominciata molto prima del 25 Novembre 2008. Non accettiamo scuse, non ci lasciamo raccontare che la violenza è frutto di un “momento di debolezza”, dell’effetto della droga, dell’etnia diversa e magari addirittura dell’amore. Sappiamo bene che la maggior parte delle violenze si svolge dentro le mura di casa, nella famiglia che si pretende essere sommo luogo di “protezione”, ma vediamo bene che le donne, anche quelle che, per carattere e coscienza di sé, non hanno paura, sono costrette, quando il luogo è buio e un poco solitario, a guardarsi le spalle, affrettare il passo con il batticuore perché spesso il vigliacco assalitore aspetta solo l’occasione.
Quest’anno, l’8 marzo 2009 alle ore 11, scegliamo via Andersen come luogo simbolo e in quella Via invitiamo anche il Sindaco di Roma a esserci e a confrontarsi con le donne. Il sindaco ha manifestato in questi giorni la ferma intenzione di voler contrastare la violenza sulle donne e siamo certe che, a testimonianza del suo impegno, vorrà essere con noi in questa data simbolica.
Ci auguriamo che, fin da subito, altre associazioni e singole donne diano la loro adesione a questa iniziativa che, prendendo l’avvio dalla Staffetta, ha incontrato il sostegno dell’ Onerpo e dell’AFFI

Violenza su minore, via al processo

CAMPOBASSO – Approda davanti al collegio penale di primo grado un processo per violenza sessuale su minore. I presunti abusi si sarebbero verificati nel lontano 2007 in un centro della provincia di Campobasso. Non rendiamo noto il comune per una questione di privacy. La ragazza allora era minorenne. Il suo presunto violentatore un uomo sulla cinquantina. Ora la vittima è diventata maggiorenne ma per come si sono svolti i fatti si preferisce parlarne nello stretto riserbo.
Gli abusi sarebbero avvenuti in maniera continuativa. La ragazza, dopo aver preso coraggio, si sarebbe recata in Questura per denunciare i fatti. La sezione specializzata della Squadra mobile, dopo aver ascoltato la sua versione, ha deciso di indagare. Per la persona segnalata soltanto una denuncia ed il rinvio a giudizio. Nella giornata di ieri è iniziato il processo. Tre i testimoni ascoltati.
Tutti chiamati in causa dalla pubblica accusa rappresentata dal pubblico ministero Fabio Papa. Il dibattimento, vista la delicatezza dei reati ascritti, si è svolto a porte chiuse. E’ stato quindi impossibile sapere che cosa i tre testimoni abbiano dichiarato. Non si sa se e come abbiano ricostruito il presunto calvario vissuto dalla ragazza. Il processo è stato successivamente spostato al primo luglio per le acquisizioni di altre deposizioni. Entro l’anno si dovrebbe arrivare alla sentenza di primo grado. Un’altra storia che mostra un Molise per niente lontano dagli episodi di violenza sessuale che accadono in altre realtà. Davanti ad un processo del genere Roma, Milano e Bologna non sembrano essere città tanto distanti. L’unica differenza da verificarsi è il muro di vergogna ed omertà che avvolge in Molise un reato come lo stupro.

martedì 3 marzo 2009

Violenza sessuale, l'indagato chiede la libertà


Il 48enne accusato della violenza sessuale della figlia sedicenne potrebbe tornare in libertà. A discutere la richiesta presentata qualche giorno fa ci ha pensato, ieri mattina, il suo legale Paola Mastrantonio. La domanda è arrivata sul tavolo dei giudici del Tribunale del Riesame di Campobasso. Secondo il legale quindi sarebbero venute meno le esigenze che hanno portato alla firma dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Teresina Pepe. Ora tocca ai giudici del Tribunale delle libertà stabilire se l’operaio 48enne merita di essere rimesso in libertà. Altre due sono le possibili soluzioni prospettate dal legale. La prima è relativa alla possibilità di passare al regime cautelare degli arresti domiciliari. L’altra è quella di rimanere recluso nel penitenziario di Campobasso. Di quanto avvenuto ieri mattina nell’aula di Tribunale non è trapelato quasi nulla. Infatti l’avvocato del 48enne, così come da principio, si è trincerato nell’assoluto silenzio stampa. Due sono le fasi successive dell’inchiesta di cui ad oggi si attendono i risultati. La più importante è legata alla perizia psichiatrica sulla vittima. Gli esami degli esperti sono già stati avviati. I risultati dovranno essere consegnati sul tavolo del giudice entro il 30 giugno. Se dovesse venir fuori che la giovane era incapace di intendere e di volere nei diciotto mesi dei continui presunti stupri si potrebbe ipotizzare il reato di violenza su persona con ridotte capacità psichiche. L’altra parte dell’inchiesta attesa dal giudice è invece legata alla possibilità di un esame psichiatrico sulla madre. Questa ultima è accusata di favoreggiamento e risulta nel registro degli indagati. Ma secondo il suo avvocato la donna non ha mai tentato di difendere sua figlia perché le sue condizioni mentali non glielo avrebbero consentito.

Coca dall'Olanda, 31 arresti. Uno anche in Molise

SAN SEVERO – Sebbene in maniera marginale anche il Molise è coinvolto nell’operazione antidroga partita dal comune in provincia di Foggia. In manette un 31enne, originario di San Severo, ma residente nella comunità di recupero “La Valle” di Toro. In totale 31 le persone arrestate dai carabinieri. Cinque invece quelle risultate irreperibili. Il gruppo vendeva tre chili di droga ogni dieci giorni e fatturava circa 200 mila euro al mese. Il giro era ben ramificato. La rete di spaccio riforniva di droga oltre a San Severo, i contigui comuni molisani, le città abruzzesi di Pescara, Montesilvano, Ortona e San Salvo. Talvolta la polvere bianca arrivava fino a Pesaro.Le indagini hanno consentito di accertare che gli indagati, grazie a contatti con cittadini marocchini, radicati in Spagna ed in Olanda, si approvvigionavano di cocaina direttamente nei Paesi Bassi.Secondo gli investigatori, il gruppo disponeva di una base logistica in una località della Germania, a circa 65 chilometri dal confine con l'Olanda, dove i corrieri potevano predisporre le autovetture impiegate per il trasporto, ricavando appositi vani per nascondere lo stupefacente.La cocaina veniva acquistata a 28 mila euro al chilogrammo e rivenduta sul mercato ad un prezzo raddoppiato.

Rapina sventata, due beneventani in manette

CAMPOBASSO – Cesare Lanzara di 55 anni e Giulio Mucci di 60: sono i due rapinatori arrestati a Roccavivara da polizia e carabinieri. E’ avvenuto nella mattinata di lunedì prima che potessero mettere a segno una rapina all’ ufficio postale. I due, a bordo di una Fiat Uno bianca, erano stati notati da alcuni cittadini. Questi ultimi sono stati fondamentali per fermare l’azione dei malviventi beneventani. I due, esperti di rapine, erano arrivati nel comune del medio Trigno con una vettura rubata a Campomarino con la targa di Campobasso. Pensavano di non essere notati. Invece non è stato così. Sono rimasti vittime dell’azione incrociata di polizia e carabinieri di Montefalcone del Sannio. Questi ultimi erano sulle tracce dei due già da qualche mese. Attendevano il momento giusto per arrestarli e coglierli sul fatto. Era stato notato dalle forze dell’ordine che i rapinatori agivano quasi sempre in comuni dove non c’era la stazione dei carabinieri e all’inizio di ogni mese, ossia quando arrivavano le pensioni. Così è stato ieri mattina. A mettere in fuga i due beneventani ci hanno pensato gli uomini comandati dal maresciallo di Montefalcone del Sannio. Ad arrestarli invece gli agenti della Squadra Mobile guidati dal dirigente Domenico Farinacci. La rapina era stata programmata con l’uso delle armi. Ma queste ultime non sono state rinvenute nella vettura usata per fuggire. All’interno soltanto passamontagna e cellulari. I due malviventi sono stati trasportati nel carcere di Campobasso per il reato di ricettazione di auto rubata. Non è stato possibile ascrivere il reato di rapina a mano armata perché gli arresti sono avvenuti prima del colpo. Potrebbero essere gli autori di altre rapine effettuate in Molise tra le quali Bagnoli del Trigno e Montorio nei frentani. Nella giornata di ieri è stato effettuato anche l’interrogatorio di garanzia. I dettagli dell’operazione congiunta sono stati resi noti durante una conferenza stampa organizzata dal vicequestore Domenico Farinacci e dal comandante provinciale dei carabinieri Umberto Tamborrino. Entrambi hanno sottolineato l’importanza della collaborazione dei cittadini per arrivare alla soluzione di casi importanti come la rapina di Roccavivara. Risulta fondamentale che ognuno di noi si senta più poliziotto o carabiniere.