venerdì 23 gennaio 2009

Violenza alle donne, ora basta


ROMA- Due casi in soli due giorni. Almeno quelli denunciati. Nel primo una ragazza di 21 anni di Guidonia è stata rapita,portata in aperta campagna ed abusata a turno da cinque uomini. Il ragazzo, 23enne, è stato invece picchiato e malmenato selvaggiamente. Solo un giorno prima, a Roma, una 41enne che tornava dall’ospedale dopo essere andata a trovare il compagno era scesa dall’autobus 916. Due uomini, uno italiano e l’altro extracomunitario, l’hanno fermata l’hanno aggredita e poi violentata. Uno la manteneva mentre l’altro le ha prima strappato i vestiti per poi avere con lei un convegno carnale. Uno strazio che alle due ragazze resterà sempre impresso. Un ricordo che potrebbe non abbandonarle per tutta la vita. Fin qui i fatti. Sui quotidiani nazionali le vicende sono già state riprese quindi, in questa sede, non sarà analizzato l’aspetto puramente neristico. La mia voleva essere una riflessione sulle leggi e sulla sicurezza. Troppo pochi, innanzitutto, gli anni di carcere per chi viene dichiarato colpevole. La legge del 96 prevede una pena che va dai 5 ai dieci anni per chi viene ritenuto responsabile di violenza carnale. La pena si innalza ad un massimo di 14 se la sopravvissuta allo stupro ha un’età inferiore ai dieci anni. Questo in teoria. Ma la possibilità di procedere con rito abbreviato riduce da se un terzo della pena. Da 14 si passa a 9 anni mentre da cinque anche a tre anni e quattro mesi. Poi esistono benefici come la semilibertà che riducono ancora di più la pena. Quindi che viene condannato a tre anni e quattro mesi può uscire dopo meno di due. Troppo poco. Lo stupratore, in questi casi, potrebbe andare a ricercare la donna che lo ha denunciato e rifarlo o, nei casi più gravi, uccidere quest’ultima solo perché lo avrebbe “rovinato”. Una legge più severa andrebbe di sicuro ad arginare il fenomeno. Ci vorrebbe la pena di morte oppure l’ergastolo. Perché la violenza condanna la donna a questo tipo di pena. La paura eterna di uscire da sole, di non poter affrontare una scalinata buia insieme ad amici o al proprio compagno, non è ergastolo? Non è ergastolo non dormire la notte affogate dalle lacrime e dai flashback di quanto si né dovuto subire? Chi non ha avuto la sventura di dover sopportare tutto questo dice alle sopravvissute: “Cercate di dimenticare”. Ma non sa che questo è impossibile. Impossibile non sentirsi dentro quel coso che ti sventra e ti mangia dentro. Questo è ergastolo non quello di Izzo o di tanti altri che possono uscire e rifarlo di nuovo. Non penso che la colpa degli stupri sia di Veltroni o di Alemanno oppure di qualsiasi sindaco di città dove accadono. Ma per la sicurezza propongo di mettere in atto delle ronde anche di cittadini volontari che pensino a vigilare. Le forze dell’ordine dovrebbero potenziare i turni notturni. Come? Il Ministero dovrebbe bandire nuovi concorsi per aumentare gli organici e sburocratizzare l’Arma dei carabinieri, la polizia o la Guardia di finanza. Ossia meno agenti dietro le scrivanie e più pattuglie in giro per le città. Anche se questo dovesse significare più tasse. Meglio pagare per queste cose e non per aumentare lo stipendio dei politici. A proposito di loro. Se lo dovrebbero abbassare lo stipendio a tutti i livelli istituzionali invece di organizzare solo convegni che lasciano il tempo che trovano.

giovedì 22 gennaio 2009

Trivento, 94enne uccide la moglie 45enne


TRIVENTO – Contrada Codacchi ore 8.30 di ieri mattina. Pasquale Quici, un uomo sulla cinquantina chiama i carabinieri. “Venite- avrebbe affermato- mio padre ha ucciso sua moglie”. I militari del paese, agli ordini del capitano Ambrosone, si sono recati immediatamente nell’abitazione. Lì si trovava il 94enne Antonio, ancora in stato confusionale, accanto al cadavere della moglie 45enne Maria Mattiacci. Sarebbe stato proprio l’uxoricida a dire a suo figlio di chiamare i carabinieri. Era cosciente della gravità di quello che aveva fatto. Il fatto di sangue si sarebbe verificato in un raptus di follia. L’anziano, ancora arzillo e nel pieno delle sue capacità psicofisiche, aveva intrapreso appena sveglio l’ennesima lite con la giovane moglie. Pare che la donna, 45 anni di cui ventitre vissuti accanto al marito anziano, bevesse. Per questa ragione l’uomo, sentendosi minacciato, avrebbe afferrato l’attizzatoio da camino ed avrebbe iniziato a colpire. Uno, due o tre colpi questo ancora è da stabilire. In un attimo il viso di Maria è diventato un’enorme maschera di sangue. Così l’hanno trovata i carabinieri i quali, dopo l’autorizzazione del pubblico ministero Fabio Papa, l’hanno trasportata all’obitorio dell’ospedale Cardarelli di Campobasso. Nel pomeriggio il dottor Vincenzo Vecchione ha pensato allo svolgimento dell’autopsia. I risultati saranno resi noti entro 90 giorni. L’omicidio resta comunque dai tratti molto efferati. Antonio Quici, 94anni e cinque figli, dopo il primo interrogatorio di garanzia svoltosi nella caserma dei carabinieri di Trivento, è stato trasferito agli arresti domiciliari. Trascorrerà il resto della sua vita non vicino alla moglie, ormai deceduta per sua mano, ma con uno dei figli residente nel comune trignino. Nella giornata di domani, invece, il corpo dovrebbe tornare dall’ospedale Cardarelli a Trivento per l’ultimo saluto.

Duecento grammi di cocaina, coniugi in manette

VENARO - Erano partiti nel primo pomeriggio di ieri a bordo di una insospettabile utilitaria. Si tratta di I.A. (33enne) e G.M. (32enne) con il loro figlioletto di 1 anno appena. Una famiglia di origine partenopea che apparentemente ritornava nel capoluogo campano a far visita ad amici e parenti. Ma i carabinieri di Venafro, insieme a quelli di Campobasso che da tempo pedinavano la coppia. Dopo lunghe ore di appostamenti e pedinamenti hanno messo fine all’illecita attività dei due coniugi napoletani. Dopo un lungo pedinamento predisposto con oculatezza sin dal casello A1 di Caianello e terminato poi nel centro abitato di Venafro i carabinieri sono riusciti a mettere le mani addosso ai due corrieri ed al loro consistente carico di cocaina. Definitivamente bloccati, hanno azzardato l’ultima disperata carta, mostrandosi increduli alla presenza di tanti carabinieri. Hanno così ostentato facce innocenti ed il viso del piccolo utilizzato quale strumento di dissuasione, ma la perquisizione ha dato i suoi frutti e così sono saltati fuori 200 grammi di cocaina purissima destinata al mercato campobassano. Dalla droga appena acquistata, mischiata poi alle sostanze da taglio, i due coniugi avrebbero ricavato ben 500 dosi per un ricavo netto di almeno 60.000 euro. Sono subito scattate le manette ai polsi dell’uomo che è stato associato alla Casa Circondariale di Isernia, mentre per la donna proprio grazie alla presenza del piccolo (che inconsapevolmente ha aiutato ancora una volta una mamma tanto scellerata che l’aveva usato per non destare sospetti) l’arresto sarà scontato presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari. Le indagini proseguono a ritmo serrato. Non si escludono ulteriori sviluppi.

lunedì 19 gennaio 2009

Per accontentare il fidanzatino si prostituisce, accade in villa a Venafro


VENAFRO – E’ allarme sociale nel comune dell’alto Volturno per il fenomeno delle baby prostitute. Il traffico si svolgerebbe dopo la mezzanotte all’interno della villa comunale. Protagoniste ragazze che vanno dai tredici ai quindici anni. Tutte agghindate si recano nella zona indicata per guadagnare un po’ di soldi. Lo fanno in uno dei modi che, se paragonato all’età dei protagonisti della storia, che può essere definito agghiacciante. Chi più chi meno si concede a ragazzi di sesso maschile per ottenere anche ricariche per cellulari da 5 o 10 euro. Il movimento era stato notato da tante persone che avevano locali e bar situati nei pressi della villa comunale. La maggior parte di loro sono risultati restii a parlare. Solo uno è sembrato essere più loquace ed ha raccontato una storia che pare essere il dramma nel dramma. “Ce n’è una – ha sottolineato il beninformato – che è molto innamorata del suo fidanzatino. Per non farsi lasciare è disposta a tutto. Ad accontentare i suoi amici e anche a farsi filmare mentre è in azione” . Ora toccherà alle forze dell’ordine indagare e stabilire se nel traffico esiste una qualche ipotesi di reato. Infatti si tratta di ragazze comprese tra i 13 ed i 15 anni. Al momento non si sa se la presunta protagonista dei filmati abbia raggiunto o meno i quattordici anni di età. Se avesse tredici anni scatterebbe il reato di violenza sessuale presunta. Perché la legge su questo punto parla chiaro: “le ragazze che fanno sesso prima dei quattordici anni, anche se consenzienti, sono considerate vittime di violenza sessuale”. Ora, dopo che la vicenda è balzata sul quotidiano “Primo Piano” i genitori sembrano essere più attenti. Nelle ultime sere la villa è apparsa vuota e i divieti di uscire di casa finalmente più severi.

Bevuto antigelo, funerali per Antonio Ricciardi

CASTELMAURO - C’erano molte persone, ieri pomeriggio, ai funerali del 66enne Antonio Ricciardi, deceduto nella serata tra sabato e domenica dopo aver bevuto liquido antigelo. Le esequie si sono svolte alle ore 14.30 nella chiesa di San Leonardo. Il decesso invece è avvenuto in una stanza dell’ospedale Vietri di Larino. Le sue ultime 24 ore di vita le ha trascorse lì mentre le sue condizioni di salute andavano continuamente a peggiorare. L'uomo, pensionato, era molto conosciuto in paese. Spesso lo si vedeva vagare tra le viuzze del centro, dove è avvenuta la tragedia. Intanto proseguono le indagini dei Carabinieri per chiarire la drammatica vicenda e capire per quale motivo l'uomo ha ingerito la sostanza nociva. Viveva in una casa del paese con una sorella ma durante la giornata vagava per Castelmauro. Spesso mangiava alla mensa comunale. Così come aveva fatto anche prima di essere ricoverato in ospedale. Si era recato a mangiare proprio dopo aver bevuto il liquido tossico. Era la tarda mattinata di venerdì quando l’anziano ha trovato per strada la bottiglietta letale. Con molta probabilità lo aveva scambiato o con una bottiglia d’acqua o con una di alcol. Dopo essersi sentito male è stato subito soccorso, e trasportato in ospedale a Larino ma non c'è stato niente da fare. A circa 24 ore dal ricovero è spirato. Sull'episodio indagano i carabinieri di Castelmauro. Intanto la famiglia si lamenta di essere stata avvertita del decesso dell’uomo soltanto domenica mattina.

sabato 17 gennaio 2009

Crollo Jovine, la procura generale: "In primo grado solo lacune e contraddizioni"

CAMPOBASSO – Sette anni per il progettista della sopraelevazione Giuseppe La Serra e per il tecnico comunale Mario Marinaro, cinque anni per i titolari delle imprese appaltatrici Giovanni Martino e Carmine Abiuso e tre anni e tre mesi per l’ex sindaco di San Giuliano di Puglia Antonio Borrelli e per il costruttore della scuola Giuseppe Uliano. Sono queste le condanne chieste dal pg Claudio Di Ruzza nel processo d’appello sul crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia. Due anni in meno rispetto a quelle che presentò, in primo grado, il procuratore di Larino Nicola Magrone. “Non è importante- ha sottolineato il procuratore Silvano Mazzetti – la quantificazione della pena, ma il riconoscimento della penale responsabilità di quanto accaduto”. In quasi tre ore di requisitoria il pg Di Ruzza ha smontato pezzo per pezzo la sentenza emessa in primo grado dal giudice Laura D’Arcangelo con la quale gli imputati erano stati assolti. Ha sottolineato innanzitutto la penale responsabilità degli imputati chiedendo per i primi quattro all’interdizione perpetua dai pubblici uffici mentre per gli altri una sospensione di cinque anni. “Non è una ricerca di una condanna a tutti i costi- ha sottolineato Di Ruzza- ma soltanto un voler dare certezze ai genitori che se le meritano tutte. Dispute sterili che ci allontanano dalla verità sono da giudicarsi inutili. Il nostro interlocutore sarà soltanto la sentenza di primo grado stracolma di lacune.”. L’esame della sentenza è stato diviso in tre parti. La prima riguardava le condotte degli imputati, la seconda il nesso causale, la terza l’evento. Le condotte sono state successivamente divise in due sottoparti, la costruzione e la sopraelevazione. Entrambe sono state caratterizzate da una serie di violazioni non messe in rilievo nella sentenza D’Arcangelo. Nella sentenza vengono completamente ignorati i criteri di agibilità e staticità dei locali. Uno su tutti il taglio della trave che ha messo gravemente a rischio la stabilità dell’edificio. Numerose le violazioni al regio decreto del 1937 messe in piedi da Giuseppe Uliano nel biennio 54-55 quando ha realizzato i lavori. C’era il divieto di usare ciottoli rotondi per costruire le mura. Puntualmente utilizzati mentre le pietre dovevano essere squadrate. C’era l’obbligo di usare malta molto buona. Uliano invece usò anche argilla per una bassa quantità di legame. La sentenza minimizzò perché in tutto l’appennino si costruiva così. Le fondamenta dei muri sporgevano di dieci centimetri, questo non doveva accadere. Per quanto riguarda la sopraelevazione la sentenza di primo grado ci spende solo due righe. Invece anche lì altre violazioni. “Se la si doveva fare- riferisce in sostanza Di Ruzza- si doveva rivedere la solidità dell’edificio. Cosa che non è stata fatta. Altrimenti si doveva rinunciare”. Troppo brevi i tempi per stilare il progetto, troppo brevi anche quelli di costruzione. Violate le leggi sul cemento armato , sul sulla muratura e quelle antisismiche. Le prime sono relative alla legge 1086/71 perché la Jovine originaria era stata considerata solo in muratura mentre aveva il solaio ed altre strutture già in cemento armato realizzate negli anni 70. Per questo la sopraelevazione ha aggravato la condizione statica di dieci muri maschi e non di uno solo come si legge nella sentenza di primo grado. Per la necessità di rispettare le normative antisismiche la legge parlava chiaro. Secondo il dispositivo D’Arcangelo costruttori e progettisti non dovevano rispettare la normativa antisismica perché San Giuliano non era dichiarato comune a rischio. Invece nel 1998 un’ordinanza ministeriale indicava il comune in zona uno e prevedeva agevolazioni per chi costruisse rispettando i criteri sismici. In pratica se fossero stati rispettati il crollo non sarebbe avvenuto. Ma la violazione più grande è stata quella di no aver provveduto ad effettuare il controllo di staticità dell’edificio prima di dichiararlo agibile. Per quanto riguarda invece il nesso causale secondo il primo grado la scuola senza terremoto non sarebbe crollata mentre secondo quanto dimostrano perizie ignorate il sisma è una concausa del crollo insieme al malcostruire.

La violenza degli uomini comincia in casa



Il 96% delle donne vittime di violenza tra le mura domestiche non sporge denuncia. Si tratta di un dato allarmante che resta tutto all'interno della “sacra famiglia” e che interessa ben 6 milioni e 743 mila donne tra i 16 ai 70 anni. Di queste, 1.400.000 ragazze resta vittima di violenza prima dei 16 anni. Un aiuto concreto - Lo rivela, in una nota, il centro Codici che ha attivato lo "Sportello Tutela Donna" con un telefono-amico attivo 24 ore su 24 per 7 giorni su 7. La volontà è quella di "dare ascolto, conforto e un aiuto concreto attraverso una tutela psicologica e legale", spiega il Segretario Nazionale Ivano Giacomelli. Rompere il silenzio - "Nel mondo – spiega ancora Giacomelli - milioni di donne subiscono violenza fisica e morale spesso da parte di un membro della famiglia: è un'epidemia di dimensioni allarmanti e purtroppo silenziosa. Un silenzio assordante - conclude - a cui Codici ha intenzione di dar voce: esiste tutto un "sommerso" preoccupante, moltissime sono le donne che subiscono in silenzio soprusi quotidiani e non hanno la forza di denunciare le violenze". Fonte Tiscali

venerdì 16 gennaio 2009

Violenza sessuale, la vittima conferma


CAMPOBASSO – Ha confermato tutte le accuse a carico del padre 48enne, del vicino di casa e sembra che lo abbia anche nei confronti della madre. La vittima delle violenze sessuali, la sedicenne residente in un paese della provincia, lo ha fatto nell’interrogatorio subito ieri mattina in Questura a Campobasso alla presenza della dottoressa Falciglia esperta in tali problematiche. I poliziotti e il gip Teresina Pepe l’hanno accolta nella stanza appositamente allestita dalla Questura di Campobasso. Circondata da giochi e matite colorate ha potuto ricostruire, in tre ore di interrogatorio, tutte le presunte miserie umane che è stata costretta a subire nel corso degli anni dall’altrettanto presunto orco. Nonostante tutti gli agi il racconto è stato ugualmente doloroso. Il confronto con il giudice, iniziato alle 10.30, ad un certo punto è stato interrotto per una breve pausa. E’ ripreso verso mezzogiorno per poi proseguire fino alle 13.30. La ragazza, con molta probabilità, fino al processo non verrà più ascoltata. Solo così potrà riacquistare la serenità che le è stata tolta sia dalle violenze che dal silenzio assordante adottato dal resto della famiglia. In Questura, oltre a lei, era presente anche il padre- presunto violentatore. Ma i due non si sono incontrati. Lei è uscita dall’ingresso posteriore, lui da quello principale. Il presunto violentatore, insieme ai giudici, ha ascoltato tutto il racconto della figlia.

Frana a Trivento, tre case inagibili

TRIVENTO – Tre case inagibili ed altre che rischiano di fare la stessa fine. E’ la situazione verificatasi nel centro trignino a causa di una frana che interessa contrada Vivara. Il tutto è diventato preoccupante nella mattinata di ieri quando il fango ha cominciato a distruggere quello che si trovava di fronte. Erano da poco passate le nove quando ha invaso due abitazioni situate sul tratto di strada che collega Trivento a Roccavivara. In una delle case abitano anziani. In pochi minuti si sono visti distruggere i sacrifici di una vita. Così come è accaduto anche agli altri abitanti della seconda casa, quella evacuata nel pomeriggio. “Ci fa star male questo che sta succedendo- hanno dichiarato le vittime della frana - il fango si è portato via il letto e il resto dei mobili che si trovavano nell’abitazione. Ora non sappiamo dove andare”. Gli evacuati dovrebbero essere ospitati a casa di loro familiari fino a quando non verrà trovata una soluzione alternativa. Sul posto, per tentare di arginare i danni, si sono recati gli operatori della Protezione civile e una pattuglia di vigili del fuoco. Nel frattempo la frana non si è arrestata. La sede stradale continua a salire di ora in ora provocando molta disperazione tra coloro che potrebbero perdere la loro abitazione. Per fortuna non ci sono feriti.

mercoledì 14 gennaio 2009

Crollo Jovine, hanno tentato di escludere i genitori

CAMPOBASSO – “Hanno tentato di escludere i genitori dal processo”. Con queste parole l’avvocato di parte civile Libero Mancuso ha commentato il tentativo degli avvocati della difesa, nel processo sul crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia, di procurarsi un nuovo rinvio. A tentare di post datare il corso della giustizia ci ha provato per primo l’avvocato dell’ex sindaco ed imputato Antonio Borrelli, Fabio Del Vecchio. Prima che il processo entrasse nel vivo ha presentato la sua questione preliminare. Alcune costituzioni di parte civile non potevano essere accettate. Si tratta di alcuni genitori di bambini che non erano effettivamente presenti a scuola durante il crollo dell’edificio. A questa si è aggiunta anche una eccezione formale dell’avvocato Claudio Santoro. Il collegio di giudici, formato dal presidente Mario Iapaolo, Vincenzo Di Giacomo e Clotilde Parisi si è successivamente riunito in camera di consiglio per decidere sulla questione. Dopo circa 20 minuti la Corte ha preso nuovamente possesso dell’aula della caserma Frate di Campobasso. Ha dichiarato le eccezioni presentate dai legali inammissibili poiché, come stabilito nell’udienza del 19 novembre scorso, quando era stata sollevata l’omessa notifica del procedimento ad alcuni imputati i giudici avevano invitato i legali a sottolineare altre irregolarità processuali in quella sede. Quindi anche se formalmente non facevano alcuna piega le questioni sono state giudicate tardive. Successivamente, dopo la relazione del giudice Enzo Di Giacomo durata circa due ore, si è potuto assistere ad un nuovo tentativo degli avvocati della difesa per dilazionare il più possibile i tempi del processo. Quando il presidente Mario Iapaolo ha chiesto ai legali di discutere sulla proposta di calendario presentata sono sorti gli altri parapiglia. Il primo ad opporsi è stato l’avvocato Agostino De Caro. Quest’ultimo ha sottolineato di non poter seguire un calendario di udienze così fitto perché impegnato anche in processi con detenuti. Importante a questo punto la dichiarazione del Procuratore generale Claudio Di Ruzzo. “Per la procura generale- ha sottolineato- è difficile sostenere un processo con tre udienze settimanali. Ma per agevolare il corso della giustizia siamo pronti anche a fronteggiare un’udienza al giorno”. La sentenza dovrebbe essere emessa a febbraio. La proposta di calendario parla del 6. In tempo massimo per evitare la prescrizione dei reati di omicidio, disastro e lesioni colpose di cui devono rispondere gli imputati Antonio Borrelli, Giuseppe Uliano, Giuseppe La Serra, Carmine Abiuso, Mario Marinaro e Giovanni Martino.

martedì 13 gennaio 2009

Truffava l'Esu, ristoratore nei guai

CAMPOBASSO – Stava truffando l’Esu ( ente per lo studio universitario) del Molise ottenendo ingiusti guadagni. Ma la sua azione non è passata inosservata a qualcuno che ha deciso di denunciare il tutto alla Squadra Mobile di Campobasso. Nella giornata di ieri la fase clou delle indagini. Davanti a numerosi clienti del ristorante “la Pergola” una pattuglia della polizia è entrata al suo interno per effettuare un sequestro. Il materiale finito sotto inchiesta è costituito di 50 badge magnetici utilizzati dagli studenti universitari per mangiare a mensa. Il ristoratore, secondo quanto si è appreso da indiscrezioni, avrebbe conservato le tessere anche quando i proprietari non andavano effettivamente li a consumare il pranzo. Un gesto che gli avrebbe consentito di ricevere anche fondi Esu che non gli spettavano. L’ipotesi di reato sulla quale la mobile starebbe lavorando sarebbe truffa legata all’indebito utilizzo dei tesserini magnetici. La posizione degli studenti proprietari dei badge magnetici sarebbe ancora al vaglio degli inquirenti. Nel pomeriggio abbiamo contattato il vice questore aggiunto Domenico Farinacci, dirigente della Squadra Mobile. “ Confermiamo – ha dichiarato a “La Gazzetta del Molise” – che questa mattina (ieri ndr) abbiamo eseguito una perquisizione e cinquanta sequestri all’interno del citato ristorante. Il titolare è al centro di un’indagine ma, per il momento, nei suoi confronti non è stato spiccato ancora un avviso di garanzia. Procediamo con i piedi di piombo non escludendo qualsiasi svolta giudiziaria

Crollo Jovine, ritorna il processo d'appello

CAMPOBASSO – Un processo a rischio prescrizione. Lo affermò, il 19 novembre scorso, l’avvocato Libero Mancuso dopo la richiesta di rinvio presentata dall’avvocato Claudio Santoro. Riparte da questo punto, questa mattina alle 9.30 nella sede del comando regionale dei carabinieri di Campobasso, il processo d’appello sul crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia. Il secondo grado di giudizio deve stabilire se i sei imputati, Giuseppe Uliano, Giuseppe La Serra, Mario Marinaro, Giovanni Martino, Carmine Abiuso ed Antonio Borrelli siano o meno colpevoli dei reati di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose. Non si escludono, da parte delle difese, ulteriori colpi di scena come quello avvenuto nella prima udienza del processo. Allora si rinviò perché non a tutti gli imputati era stato le motivazioni dell’appello presentato dal procuratore di Larino Nicola Magrone. Così facendo gli imputati avevano perso il diritto di proporre appello incidentale a quello del capo della procura frentana. . La terna di giudici, presieduta dal presidente Mario Iapaolo, dopo un’ora di camera di consiglio con i colleghi Enzo Di Giacomo e Clotilde Parisi, ha deciso di accoglierla rinviando tutto il procedimento a questa mattina. All’inizio ci si aspettava che la sentenza dovesse essere emessa il 28 gennaio. Ora, a tutt’oggi, è difficile prevedere quando il processo di secondo grado possa terminare. Si sa soltanto che, nella giornata di oggi, si provvederà nuovamente ad effettuare la costituzione delle parti. Successivamente, il relatore Di Giacomo dovrà ricostruire tutte le fasi salienti del processo di primo grado svoltosi a Larino tra il 2006 e il 2007. Fino a quando il 13 luglio, nonostante la rabbia dei genitori del comitato vittime, il giudice Laura D’Arcangelo decise di assolvere tutti gli imputati perché il fatto non sussisteva. Il rischio di prescrizione è l’elemento più serio del processo. Sette anni e sei mesi dal 31 ottobre 2002, data in cui persero la vita 27 bambini e la maestra Carmela Ciniglio. Tutto ciò significa che bisogna terminare il processo entro il 30 aprile 2010. Entro quella data ci dovrebbe essere già la pronuncia della Corte di Cassazione. Se ciò non dovesse avvenire si correrebbe il rischio che, per il crollo della scuola Jovine, non venga trovato alcun colpevole.

sabato 10 gennaio 2009

Palaia, presentati i ricorsi in Cassazione


CAMPOBASSO - La sentenza che ha condannato Luca Palaia a trenta anni di reclusione per gli omicidi di Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano non ha accontentato nessuno. Infatti sia il procuratore generale Antonio La Rana che l’avvocato della difesa Giuseppe Fazio hanno presentato ricorso in Cassazione. Quello della difesa è stato presentato nella mattinata di ieri nella cancelleria della Corte d’Appello di Campobasso. Venti pagine, tanto è stato scritto dal legale del 24enne calabrese, per spiegare l’incongruità della pena decisa dal presidente della Corte d’Appello Alfredo Bosco. Giuseppe Fazio ha chiesto invece di riformare la sentenza di secondo grado. In questo sarebbe previsto il riconoscimento delle penali responsabilità. Luca Palaia, ritenuto sia in Corte d’Assise che in Corte d’Appello coautore insieme ad Angelo Izzo, del massacro di Ferrazzano secondo il legale non sarebbe invece responsabile degli assassini della moglie e della figlia di Giovanni Maiorano. Non avrebbe partecipato perché invece plagiato dal mostro del Circeo il quale, secondo la consulenza del criminologo Francesco Bruno raccolta nel primo processo, era capace di intendere quanto stesse accadendo ma non di esprimere la sua volontà in merito. Secondo la difesa sarebbe quindi penalmente responsabile soltanto dei reati collaterali all’omicidio. Due giorni prima, alla ripresa delle attività giudiziarie, era stato il pg Antonio La Rana a chiedere l’intervento della Suprema Corte per la revisione della sentenza. La pena comminata in secondo grado ( 30 anni di reclusione) sarebbe anche per lui inadeguata ai delitti compiuti. Lo ha fatto presente in cinque pagine dove chiede, così come avvenuto davanti ai giudici di secondo grado, la pena del carcere a vita. L’omicidio sarebbe stato, secondo l’accusa, aggravato dalla crudeltà e avvenuto per futili motivi. Tre sono gli scenari adesso possibili. Il primo è l’accoglimento di entrambi i ricorsi. Il secondo è l’accettazione di uno si e dell’altro no. La terza invece è quella che i giudici romani possano respingere entrambi i ricorsi. Nei primi due casi la Cassazione fisserà una data entro la quale discutere e rendere definitiva la condanna. Nell’ultimo, invece, la sentenza di secondo grado diventerebbe automaticamente l’ultimo atto giudiziario del massacro di Ferrazzano. Sul caso di cronaca più grave per Campobasso verrebbe apposta, una volta per tutte, la parola fine. Luca Palaia non potrà fare altro che attendere dal carcere di Lanciano dove è recluso da ormai quasi tre anni.

Marinalva, ok alla comparazione genetica


ISERNIA – Dovrebbero emergere entro la fine di febbraio novità importanti sull’omicidio di Marinalva Costa E Silva. La brasiliana fu uccisa il 7 marzo nella sua abitazione di vico Belvedere del capoluogo pentro. Nella giornata di ieri è stato effettuato l’interrogatorio in sede di incidente probatorio. A dover conferire con giudici è stato l’esperto del Racis Giacomo D’Agostaro. Le sue analisi, racchiuse in 300 pagine, raccontavano dei reperti rinvenuti nell’appartamento della vittima e nella macchina dell’indagato. Nel primo luogo, come già anticipato nell’edizione di ieri de “La Gazzetta del Molise”, sono state rinvenute tre tracce di sangue di uomo e due di donna. Nella vettura di Ignazio Fortini, il 24enne di Letino (Caserta) invece altri due Dna maschili. “Non è nulla di importante – ha dichiarato il legale del giovane Claudio Sgambato – tracce di sangue maschile non rivelano nulla di particolare che già non era a conoscenza degli inquirenti”. Sempre come annunciato da “la Gazzetta del Molise” i legali, in forma congiunta, hanno chiesto la comparazione dei Dna rinvenuti con quelli delle 59 persone ascoltate a vario titolo nell’inchiesta. Il giudice Scarlatelli ha ritenuto la richiesta giusta ed utile per arrivare alla verità assoluta sul quanto accaduto.
La nomina del perito verrà effettuata il 6 febbraio prossimo in una nuova udienza. Le novità dovrebbero giungere in tempi brevi poiché le indagini sono molto più semplici di quelle eseguite in precedenza. http://www.gazzettadelmolise.com/

venerdì 9 gennaio 2009

Franca Rame, i fascisti ordinarono lo stupro

STUPRO DI STATO Quando DARIO FO ha vinto il premio Nobel, la tv - nottetempo - ha trasmesso il monologo scritto e recitato da Franca Rame per elaborare lo stupro - la punizione esemplare riservata al genere femminile -da lei subìto venticinque anni fa. In quante abbiamo abbassato gli occhi per non vedere, portato le mani alle orecchie per non sentire? Io l'ho fatto, mescolando mancanza di coraggio e tecnica di sopravvivenza. Che quella violenza sessuale, resa più stereotipatamente maschia dalle sigarette spente sui seni, dai tagli sulla pelle con le lamette, dall'ingiunzione a turno "muoviti, puttana, fammi godere", fosse opera di un gruppo di neofascisti (allora non si usava la parola branco) l'abbiamo sempre saputo. Come abbiamo sempre saputo che lo stupro di Franca Rame fu una pianificata offesa al suo essere donna e di sinistra. Conoscere nomi e nomignoli di quei sanbabilini, ora che il delitto è caduto in prescrizione, cambia poco: Biago Pitarresi, Angelo Angeli (noto per la passione per i dolci - lo chiamavano "il golosone" -, per le armi e gli esplosivi), "un certo Patrizio", "un certo Muller". Tutta bella gente. La sentenza di rinvio a giudizio sull'eversione nera, depositata del giudice Guido Salvini, aggiunge un particolare in più. Dice che la violenza a Franca Rame, se non ordinata, fu "ispirata", "suggerita" da ufficiali dei carabinieri della divisione Pastrengo che mantenevano stretti e assidui legami con i neofascisti. Lo sostiene uno dei violentatori, Pitarresi, che conferma quel che nell'87 aveva affermato Angelo Izzo (uno degli assassini del Circeo). Dunque, quello di Franca è stato uno stupro di stato. Dovremmo avere la pelle dura e non meravigliarci. In fin dei conti, sappiamo da decenni che in questo paese ci sono state delle stragi di stato, sappiamo che un ferroviere anarchico è entrato innocente in questura per uscirne innocente dalla finestra. E invece ci meravigliamo - un modo soft per dire che siamo inorridite e, suppongo, anche inorriditi -perché l'aggiunta alle bombe, ai depistaggi alle menzogne di uno stupro ispirato in una caserma della "benemerita" dà alla storia di questo paese una pennellata sudamericana. Con gli uomini in divisa in perfetta sintonia culturale, oltre che operativa, con i maschi delle Squadre d'azione Mussolini. E' troppo, anche per la nostra immaginazione. Abbiamo sempre pensato male, molto male, di una parte non piccola di questo Stato. Ci hanno trattato da paranoici e qualche volta ci siamo autocolpevolizzati per i nostri cattivi pensieri. Ora che siamo in età di bilanci possiamo dire che abbiamo peccato per difetto, non per eccesso. Lunga vita ai carabinieri (il manifesto>11 Febbraio 1998).

Stuprata a Roma, tenta il ricordo con psicologi


http://www.ansa.it/ROMA - Molti "non so", molti "non ricordo" e, soprattutto, una rabbia ed un dolore ancora non sopiti. E' durato quasi quattro ore il racconto della giovane barista dei Castelli Romani stuprata la notte di San Silvestro durante il veglione organizzato alla nuova Fiera di Roma e ascoltata oggi in questura dal pm che conduce l'inchiesta con l'ausilio di uno psicologo. Oggi la ragazza è sembrata collaborativa, si è sforzata di lavorare sui ricordi di quella notte che improvvisamente si è trasformata in un incubo. Il problema, secondo gli inquirenti, e che la giovane barista "ha rimosso completamente il momento della violenza". Forse, osservano, ecco perché i tanti "non so". Ma ogni sua parola, in questa fase delicata delle indagini, potrebbe essere preziosa. E oggi si è tentato di circoscrivere il più possibile quel momento drammatico. "Abbiamo risentito la ragazza, adesso la sua versione sarà valutata: stiamo cercando di capire cosa sia successo", ha affermato il pubblico ministero Vincenzo Barba al termine dell' incontro in questura. Per quanto riguarda le condizioni della giovane, il magistrato ha affermato che "la ragazza grazie a Dio sta meglio: è più tranquilla". Le indagini della squadra mobile di Roma, diretta da Vittorio Rizzi, sono andate avanti anche in questi giorni, a prescindere dal racconto frammentario e confuso della ragazza. Con molta cautela la polizia sta cercando di fare un lavoro di 'raccolta degli indizi', mettendo insieme le varie testimonianze degli amici della vittima e anche di ragazzi che hanno partecipato al veglione e che potrebbero, anche a loro insaputa, aver notato qualcosa di utile. Gli investigatori sono al lavoro anche sui filmati delle telecamere della Nuova Fiera di Roma. L'indagine si muove, in sostanza, a piccoli passi e con molta cautela in modo da non 'bruciare' eventuali ipotesi investigative. Per questo bocche cucite per tutti: "il momento è delicato" ha ribadito oggi il pm. E dopo questa difficile mattinata la giovane è ritornata nella villetta di Genzano dove la famiglia e gli amici hanno fatto una sorta di barriera di protezione. Nei suoi propositi c'è anche quello di tornare al più presto a lavorare. Magari, sembra abbia confessato la giovane, non più nel bar della cittadina dove tutti la conoscono.
fonte Ansa

giovedì 8 gennaio 2009

Violenza sessuale, il padre nega tutto

CAMPOBASSO – “Certe cose le faccio solo con mia moglie. Quando sono venuti ad arrestarmi ero in bagno. E allora? Cosa c’è di male?” Con queste parole il 48enne in carcere per aver violentato la figlia di 16 anni si è difeso, ieri mattina, durante l’interrogatorio di garanzia effettuato dal giudice per le udienze preliminari Teresina Pepe. Una dichiarazione che lascia però pochi margini alle indagini esperite dalla procura di Campobasso e dirette dai sostituti procuratori Rita Caracuzzo e Rossana Venditti. Infatti quanto dichiarato dal presunto orco non troverebbe riscontro invece in nessuna delle intercettazioni telefoniche ordinate a Palazzo di giustizia. Il quadro che viene fuori è tutt’altro. Una serie di nefandezze sarebbero state compiute dal muratore 48enne. Sembra che la figlia sedicenne non sia l’unica sua vittima. L’uomo avrebbe abusato anche di un’altra persona, sui 30 anni affetta anch’essa da un lieve ritardo mentale. Il puzzle criminali è quindi uno dei più turpi ma venuti fuori nell’hinterland campobassano del terzo millennio. Confermata la notizia dell’inserimento nel registro degli indagati della moglie. Lo sarebbe perché, pur a conoscenza di quanto avveniva all’interno delle mura domestiche, non avrebbe mai fatto niente per evitare che questo succedesse. E’ questa la ragione che ha spinto il suo legale, Daniele Di Gregorio, a chiedere anche per lei l’incidente probatorio. Consisterebbe in un esame psichiatrico. Mirerebbe ad accertare le reali condizioni mentali della donna. Sapere innanzitutto se era in grado di comprendere la gravità di quanto accadeva a casa sua e poi per capire se anche in lei ci siano tratti che la possano inquadrare in una situazione clinica di ritardo mentale. Nella mattinata di ieri intanto doveva svolgersi l’attribuzione dell’incarico del perito che si deve occupare di stabilire il quadro psicologico della 16enne. Il tutto è stato rinviato al 10 febbraio perché doveva essere nominato il dottor Folcaglia. Ma, durante l’udienza di attribuzione, è venuta fuori la sua incompatibilità. L’esperto si era già occupato della ragazza in una precedente situazione. Quest’ultima, intanto, verrà ascoltata il 16 gennaio in Questura in sede di incidente probatorio.

Carabinieri, diminuiscono i reati

CAMPOBASSO- Assenza di criminalità organizzata e presenza sempre più costante di pattuglie che controllano il territorio. E’ questo quanto venuto fuori nella conferenza stampa organizzata dai carabinieri del comando provinciale Ad esporre i dati ci ha pensato il comandante Fernando Lombardi. “Il 2008- ha iniziato- è stato l’anno del mio insediamento. Ho trascorso in Molise i miei primi cento giorni imparando a conoscere il territorio che ora mi è molto più noto. I quattro comandi di compagnia e le 44 stazioni disperse su tutta la provincia di Campobasso. E’ una realtà tranquilla nella quale stiamo facendo prevenzione bloccando tutti gli influssi negativi della criminalità organizzata che potrebbe arrivare dalle regioni limitrofe di Campania, Puglia e Lazio. Qualche timido episodio di infiltrazione c’è stato ma abbiamo saputo bloccarlo in tempo”. Numerosi i servizi e le operazioni portate a termine. La prevenzione ha avuto un aumento di oltre duemila interventi. Si è passati dai 37887 del 2007 ai 39.124 dello scorso anno. Centosette gli arresti eseguiti in flagranza di reato e 45 su provvedimenti dell’autorità giudiziaria. In tal senso è stato importante il ruolo svolto da Termoli e Larino con gli strascichi di Black Hole. In aumento anche i sequestri di droga. Quasi tre chili nel 2008 contro i 2, 5 Kg del 2007. Fondamentale il ruolo svolto dalle scuole. Ben 98 le denunce per guida in stato di ebbrezza. I carabinieri quest’anno si sono distinti anche per la grande disponibilità mostrata nell’organizzare il processo d’appello sul crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia che riprenderà il 14 gennaio. Otto le principali operazioni di polizia giudiziaria. Nella prima, avvenuta il 12 aprile, sono stati arrestati due giovani di Campobasso per estorsione e bullismo nei confronti di un loro coetaneo. Il sei maggio tre denunce per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata. Il 21 maggio invece, nell’ambito di un progetto di controllo nelle scuole, è stato arrestato un giovane per detenzione di 400 grammi di hashish. Sempre di droga parla la quarta operazione. Infatti il 19 luglio il nucleo operativo dei carabinieri di Larino ha arrestato un giovane di San Martino in Pensilis per detenzione ai fini di spaccio di 115 grammi di cocaina e 320 grammi di hashish. Sempre droga anche il 22 ottobre quando è stato arrestato un uomo di Trivento per aver partecipato ad una rete di spaccio proveniente da Roma Eur. I colleghi capitolini avevano arrestato il capo a giugno. Due giorni dopo a Bojano un giovane è finito in manette per detenzione di 41 grammi di hashish. Il 25 novembre sono invece stati ammanettati i tre responsabili della rapina alla pasticceria Iannetta e dei furti alla scuola Jovine di Campobasso. I reati erano stati compiuti la notte di halloween. Per finire l’anno il 28 dicembre il nucleo investigativo provinciale ha arrestato due coniugi residenti a San Severo per detenzione di 31 grammi di cocaina. “Per il 2009- ha concluso il capitano Lombardi- rafforzeremo ancor di più le misure preventive. Lo scorso anno sono aumentate le rapine. Quest’anno abbiamo iniziato proprio male con quella all’ufficio postale di Montorio nei Frentani”.

Omicidio Marinalva, incidente probatorio

ISERNIA – Trecento pagine divise in tre tomi pieni di nozioni tecniche. E’ fatta di questo la relazione scritta dal perito Giacomo D’Agostaro del Racis di Roma sull’abitazione di Marinalva Costa E Silva, la 48enne brasiliana assassinata il 7 marzo scorso nel suo appartamento di vico Belvedere ad Isernia. Analizzati anche i reperti rinvenuti invece a casa di Ignazio Fortini, il 23enne di Letino (Caserta) unico indagato nella vicenda e in carcere dalla metà di luglio 2008. Si parla di elementi rinvenuti su tappetini, coltelli ed indumenti intimi dell’indagato. La notizia del pezzo forte della relazione era già venuta fuori mesi fa. Ora però giunge la conferma. Nell’appartamento della vittima sono stati rinvenuti cinque tipi di Dna diversi. Si tratta di tre tracce di acido desossiribonucleico appartenenti al genere maschile e due a quello femminile. Secondo l’avvocato Franco Mastronardi, difensore degli interessi dei familiari della vittima, gli aspetti più tecnici verranno chiariti soltanto in fase di incidente probatorio. L’escussione del perito verrà effettuata questa mattina alle 11 nella sede del tribunale di Isernia. Tutte le parti in causa potranno chiedere, in sede di incidente probatorio, i chiarimenti del caso. L’anticipazione è giunta invece dagli avvocati di Ignazio Fortini, dello studio Stellato di Santa Maria Capua Vetere. “Chiederemo – ha dichiarato a “La Gazzetta del Molise” Claudio Sgambato- che venga effettuate un’estensione di comparazione. Ossia che vengano confrontati i Dna rinvenuti nell’abitazione di Marinalva con quelli delle persone che potrebbero entrare, a vario titolo, nella vicenda. Ignazio Fortini ha sempre ammesso di essere stato in quell’appartamento. Resta ora da stabilire se altri possibili sospettati abbiano fatto ingresso nell’abitazione”. Su questo aspetto, secondo i legali, tutte le parti dovrebbero essere concordi. Spetterà ora soltanto al giudice decidere se accettare o meno le richieste. Ignazio Fortini, dopo sei mesi di carcere ad Isernia, continua a dichiararsi innocente. Lo incastrerebbero, secondo gli inquirenti, decine di intercettazioni telefoniche.

sabato 3 gennaio 2009

Saldi,partenza fiacca

CAMPOBASSO – I saldi, anticipati di 13 giorni rispetto a quanto stabilito, non hanno avuto lo stesso impatto degli altri anni. Ad influire sull’andamento negativo è stata, in primo luogo, la crisi economica che investe la gran parte dell’emisfero occidentale. Ma non sembra essere solo questo il problema che spinge i molisani ad acquistare di meno. A rovinare gli equilibri il Natale appena trascorso. Nonostante i soldi in cassa siano pochi il consumatore ha speso comunque il suo denaro per regali e regalini vari. Lo ha fatto soprattutto per fare contenti i propri cari e per vivere le feste in relativa serenità. Il terzo fattore che avrebbe influito è legato alle vendite promozionali. Sconti contenuti, dal 20 al 40%, che hanno permesso gli acquisti anche prima dei saldi. Quello che non si poteva prevedere, invece, è la volontà dei molisani. Chi ha deciso di non recarsi nei negozi per comprare lo ha fatto anche perché la merce in vendita non gli occorreva effettivamente. “Comprerò – ha dichiarato un cittadino a “La Gazzetta del Molise” – soltanto quando ne avrò veramente bisogno. Per quest’anno non mi serve nulla di particolare”. Per ora i negozi e i centri commerciali restano ancora pieni zeppi di merce. Un aumento si potrebbe avere a febbraio quando i prezzi verranno ribassati ulteriormente fino a scendere anche del 70%.
V.P.

Maltempo, tir rovesciato

CAMPOBASSO – Con l’inizio del nuovo anno arriva in Molise anche la neve. I primi fiocchi sono caduti sul capoluogo di regione dalle prime luci dell’alba. Fino all’ora della chiusura del quotidiano sulla strada erano caduti pochi fiocchi di neve. Pochi centimetri attutiti dall’umidità. Sono bastati però a provocare un incidente che si è verificato sulla statale 17. Un tir si è ribaltato. Si tratta di un ford che dalla zona di Bojano stava giungendo nel capoluogo di regione. Fortunatamente il conducente, un uomo sulla quarantina, si è salvato per miracolo. Per lui soltanto poche ferite medicate all’ospedale Cardarelli di Campobasso. La situazione sulla principale arteria di collegamento tra il capoluogo di regione ed Isernia è rimasta critica per tutto il pomeriggio. Gravi rallentamenti nelle ore del crepuscolo che hanno quasi raddoppiato i tempi di percorrenza sui principali tratti stradali. I controlli principali sono stati effettuati dai carabinieri del comando provinciale e dalla polizia stradale. Questi ultimi hanno consigliato e consigliano anche per la giornata di oggi di non mettersi in viaggio se non muniti di catene o di pneumatici da neve. In alcuni tratti di strada potrebbero non bastare le gomme termiche. Nella giornata di oggi, almeno secondo quanto annunciano le previsioni di meteo Molise, dovrebbero esserci banchi di nebbia in mattinata. Nel primo pomeriggio il sole potrebbe fare capolino. Problemi risolti invece dalla giornata di domani quando a farla da protagonista dovrebbe essere il cielo sereno.
Viviana Pizzi

Violenza, un'altra vittima

CAMPOBASSO - Il padre- padrone ha violentato ancora. E’ questo quanto emerge dall’indagine sul 48enne arrestato in un piccolo paese dell’hinterland molisano per aver avuto rapporti sessuali con la figlia sedicenne. La crudele verità è stata scoperta tramite intercettazioni telefoniche ordinate dalla procura di Campobasso. L’uomo, secondo quanto venuto fuori nelle indagini, avrebbe avuto rapporti sessuali non consenzienti con un’altra minorenne. Questa volta non la figlia ma un’altra ragazza. Non colei che ha sempre taciuto pensando al padre non come ad uno stupratore ma un benefattore. Un’altra che, con molta probabilità, poteva essere stata ceduta all’uomo da altre persone. Il paese, secondo voci che circolano dall’arresto del 48enne, sarebbe stato sempre a conoscenza della spirale di violenza che si avvolgeva intorno all’uomo e alla sua famiglia. Si sarebbero decisi a denunciare, però, soltanto quando la situazione si era fatta davvero raccapricciante. Ma il pentolone sembrerebbe non ancora scoperchiato. Per questo motivo le indagini della polizia di stato e della procura di Campobasso vanno avanti. Proprio per sapere nei minimi dettagli non solo quanto accadeva in quella dannata casa ma anche fuori. Nella vicenda sembrerebbero essere coinvolte più persone di quante si potesse credere. Tra gli indagati nella violenza della sedicenne restano la madre e un vicino di casa. L’uomo per essersi anch’egli congiunto carnalmente con la giovane vittima e la genitrice per aver assistito alla barbarie senza intervenire. Ora, per quantificare la pena, bisogna capire in che stato si trova la giovane vittima. Per farlo la procura si muoverà su due fronti. Il primo riguarda l’incidente probatorio. Il giudice per le indagini preliminari Teresina Pepe lo ha fissato il 16 gennaio. La ragazza verrà prelevata dal posto sicuro dove è ospitata, trasportata in Questura a Campobasso, e sottoposta ad interrogatorio. Qui personale specializzato le chiederà ogni particolare di quello che ha subito. Lo farà in un ambiente protetto. Il secondo passo che verrà compiuto è la perizia psichiatrica. La richiesta è stata effettuata dal pm Rita Caracuzzo. Il giudice in merito non ha ancora stabilito nulla. Lo farà in questi giorni quando nominerà il pool di esperti che si occuperà del caso. Il padre padrone resta recluso in carcere. Per lui ancora nessuna richiesta di libertà.
Viviana Pizzi