sabato 7 febbraio 2009

Violenza alle donne, arriva la staffetta dell'Udi


CAMPOBASSO – La violenza alle donne, sia essa fisica, sessuale o psicologica va combattuta. E’ questo il messaggio lanciato dall’Udi (Unione donne italiane) nel corso della manifestazione d’apertura della settimana della staffetta svoltasi ieri mattina nella sede del Liceo pedagogico del capoluogo di regione. L’anfora, con due manici e tanta speranza, è giunta direttamente da San Severo dove si era fermata fino a venerdì. E’ passata nelle mani delle donne molisane che la terranno con se fino al 14 febbraio. Sarà una settimana di manifestazioni, momenti di riflessione conditi anche di mostre e convegni per spiegare a tutte che la violenza non è soltanto una parola che si ascolta in questi giorni in televisione. Non deve essere un fenomeno mediatico che dopo alcuni giorni passa di moda perché il lettore non ne vuol più sentir parlare. E’ un dramma psicologico e sociale che accade nella quotidianità. Ma, purtroppo, nessuno ha il coraggio di denunciare. Le vittime si vergognano perché la società le emargina mentre vicini di casa e forze dell’ordine, soprattutto nei piccoli centri, ignorano il problema e si girano dall’altra parte quando ascoltano il suono delle botte. La manifestazione, in Molise, è stata l’occasione anche per il centro antiviolenza “La fenice” della Croce Rossa di Campobasso per mostrare le sue attività. Per la prima volta in regione, infatti, un team di avvocati e psicologi si è messo a disposizione delle vittime. A loro verrà fornita ogni tipo di assistenza. Basta trovare il coraggio di raccontare la propria esperienza e gli operatori troveranno, per ciascun caso, la via giusta per cercare di far ritrovare la serenità giusta alle donne che hanno subito violenza. Anche se certe ferite rimarranno per sempre impresse nell’animo di chi ha vissuto questa drammatica esperienza. Nell’anfora che è arrivata dalla Puglia è possibile scrivere pensieri di speranza o magari in forma anonima anche raccontare la propria storia. La tappa finale è prevista a Roma l’8 marzo. Il giorno della festa della donna. Oggi però c’è poco da festeggiare. Si potrà gridare alla gioia soltanto quando si troverà la forza e il coraggio di dire basta alla violenza.