giovedì 19 febbraio 2009

Crollo Jovine, Messere incolpa lo Stato


CAMPOBASSO – “Come lo Stato ha potuto costituirsi parte civile in questo processo quando, insieme al terremoto doveva essere seduto sul banco degli imputati”. E’ stata questa la parte della discussione dell’avvocato Arturo Messere, nel processo sul crollo della Jovine, che sembra aver colpito di più la terna di giudici formata da Iapaolo, Parisi e Di Giacomo. Una discussione che, data l’eccessiva lunghezza, è stata divisa in due tranche e continuerà quindi nella giornata di oggi prima di dare spazio alle repliche del procuratore generale Claudio Di Ruzza e degli avvocati di parte civile. Con molta probabilità finirà nel tardo pomeriggio. La sentenza potrebbe quindi slittare a mercoledì 25 febbraio per permettere ai giudici di decidere con coscienza. Una laboriosità dovuta alla necessità di difendere due diverse posizioni, il progettista Giuseppe La Serra ed il tecnico comunale ed responsabile unico del procedimento di soprelevazione Mario Marinaro.”Allo Stato – ha sottolineato- va richiesto il risarcimento danni”. Una discussione basata su sofismi e parallelismi con figure mitologiche dell’antica Grecia per chiedere alla Corte di non condannare i suoi assistiti. “La colpa – ha sottolineato- è come la fuliggine che si posa su ogni dove”. Nella parte più tecnica della sua discussione Messere ha sottolineato che alcun evento di crollo può essere attribuito ai due imputati. “I prevenuti- ha evidenziato- hanno agito come dovevano agire”. La sopraelevazione, secondo il legale, non è altro che ampliamento della struttura di cento metri quadrati.”Gli imputati – ha dichiarato – hanno agito diligentemente e rispettano tutte le norme”. Sulla tragedia Messere ha messo in mezzo anche la figura del dirigente scolastico Giuseppe Colombo il quale, secondo risultanze processuali, non si sarebbe nemmeno preoccupato la mattina del terremoto di sincerarsi quali erano le condizioni dell’edificio scolastico. In primo grado il pm ha contestato a La Serra e Marinaro anche il crollo di una parte della scuola sulla quale non avevano mai messo mano. Durante la discussione dell’avvocato Messere c’è stato un fuoriprogramma. Il procuratore generale Claudio Di Ruzza ha chiesto alla Corte di non concedere interventi lunghi e ripetitivi. Successivamente l’avvocato Messere ha continuato spiegando come era costruita la struttura. Si trattava di scuola e sopraelevazione in muratura e non solai di cemento armato. I solai utilizzati erano prefabbricati ed omologato era il materiale in laterizio. L’avvocato Messere, al termine della prima parte della discussione ha annunciato la presentazione di una memoria di 104 pagine la quale dimostra che i solai della scuola erano poggiati soltanto su dei cordoli in muratura. Il corpo di fabbrica era costruito, sempre secondo i periti, con parti verticali in muratura. Durante il termine della discussione dell’avvocato Santoro si è verificata una dura protesta dei genitori della vittime. La madre dei gemelli di quarta deceduti sotto le macerie della vecchia Jovine, ha detto agli avvocati di smettere di essere bugiardi. “Ci dovevano essere i vostri figli- ha detto con decisione- sotto le macerie della scuola. State facendo un processo al terremoto mentre gli imputati hanno fatto un’associazione a delinquere per costruire l’edificio. Tutti sapevano cosa stavano facendo”. Mentre sono stati allontanati dal giudice ha continuato: ”Mi hanno ammazzato due figli, hanno distrutto una comunità e pretendono di passare come angioletti”.