mercoledì 18 marzo 2009

Rotten food, sequestrati 3,5 tonnellate di alimenti scaduti


CAMPOBASSO – Tre tonnellate e mezzo di alimenti scaduti sequestrati ed un imprenditore, Sergio Martone, denunciato per frode alimentare e impiego di manodopera illegale. E’ questo lo scenario raccapricciante davanti al quale si è trovata la Guardia di finanza del capoluogo di regione il 13 marzo scorso nell’ambito dell’operazione “Rotten food”. Avevano puntato a tre strutture alberghiere di Campitello Matese ed ad una di Campobasso dopo la segnalazione ricevuta per lavoro nero. Si tratta del San Giorgio di Campobasso, del Kristiane, Kristall e Il rifugio di Campitello Matese. Effettivamente hanno pizzicato sei macedoni, due italiani, uno svizzero un polacco ed un albanese a lavorare senza regolare contratto. Ma il vero e proprio scandalo si è registrato nel momento in cui le fiamme gialle hanno deciso di ispezionare le cucine e le riserve dei ristoranti. Qui è venuto fuori l’impossibile, ciò che un molisano abituato a prodotti di qualità non avrebbe mai pensato di poter arrivare nel mangiare in un ristorante della propria regione. C’era una montagna di cibo avariato, pronta per essere servita a tavola. Questi i dettagli dell’operazione. Sotto sequestro 517,30 kg di carne, 74,70 kg di pesce, 1657, 50 kg di pasta, 2,45 kg legumi, 2kg di pepe, 31,50 kg di riso, 16,30 kg di salumi, 42,30 kg di frutta sciroppata, 8 kg di formaggi, 63 kg di zucchero, 335 l di acqua, 10,50 l di vino, 11 l di aceto e persino prodotti dolciari.
Il blitz è stato coordinato dal sostituto procuratore della repubblica di Campobasso Giovanna Rosa Immacolata Di Petti.
Ma non è tutto. Gli alimenti avevano un contorno a dir poco da voltastomaco. Si tratta di escrementi di topi ritrovati sul pavimento della dispensa. Tutti gli alimenti erano accatastati gli uni sugli altri. C’era pesce scaduto nel 2008, mozzarelle ed involtini di pollo pieni di muffa. Il tutto riportava una data di scadenza riferita al 2007. I cibi avariati, nel loro complesso, recavano date di scadenza relative agli anni 2004, 2005 e 2006.
Dei succhi d’arancia, destinati alla colazione del mattino, addirittura erano scaduti nel 2003. Uno scenario, caratterizzato da degrado dei luoghi, carenze igieniche, promiscuità tra prodotti avariati ed altri ancora commestibili. Impossibile, inoltre, una compiuta tracciabilità per gli alimenti di origine animale. Una cella frigorifero zeppa di alimenti scaduti, veniva addirittura rinvenuta all’interno di una camera da letto non destinata alla clientela dell’albergo. Tutte le attività ricettive -gestite da tre diverse società-, sono comunque riconducibili ad un unico imprenditore molisano, il quale dovrà rispondere delle violazioni previste e punite dall’articolo 5 della legge 283/1962. Le sanzioni previste dalle vigenti norme in materia, contemplano l’arresto ed un’ammenda che, nel caso specifico, potrebbe superare i 120.000 Euro.
All’atto dell’intervento operativo, tutte le strutture ospitavano numerosi clienti. Altrettanto consistente, è da ritenersi il calendario delle prenotazioni nel medio termine, tenuto conto delle prossime e pressoché imminenti festività pasquali.
Ulteriori solchi investigativi interesseranno i possibili collegamenti delle imprese coinvolte, con gli ambienti criminali dediti alla commercializzazione illecita di alimenti avariati o scaduti. Le cronache nazionali degli ultimi giorni hanno infatti evidenziato come le consorterie delinquenziali siano sempre più interessate alla gestione di questo ricco ed illecito “business”.