sabato 7 marzo 2009

Donne in politica, Isernia maglia nera

ISERNIA – Segolene Royal, Benazir Bhutto e Hillary Clinton sono alcune delle donne che nella politica internazionale si sono fatte strada. Ad Isernia queste realtà sono lontane anni luce. Soprattutto se si guarda l’organico dell’amministrazione di palazzo Berta. Le elezioni sono vicine. A giugno i cittadini sono chiamati a rinnovare tutto l’organigramma. Le donne sperano di essere tenute in maggiore considerazione nella chiusura delle liste elettorali. La legislatura guidata da Raffaele Mauro si è fatta notare, in questi cinque anni, per l’assenza quasi totale delle donne nel proprio organismo. Presidente a parte la giunta è un fatto di soli uomini. Ad affiancare Mauro infatti ci sono ora Angelo Iapaolo, Pasquale Rocco De Lisio, Fausto Pompeo, Angelo Camele, Angelo Mascio, Gino Taccone, Romeo De Luca e Francesco Di Zazzo. Presenza rosa quindi uguale a zero.
Per trovare una donna bisogna scendere in consiglio. La bandiera dell’universo femminile è il consigliere Udc Gabriella Liberatore. Per il resto, quando si assiste ad una riunione di palazzo Berta, si notano soltanto una marea di giacche e cravatte. Va meglio invece al palazzo comunale. In giunta la presenza più significativa femminile di Isernia. Stiamo parlando dell’assessore all’urbanistica Rosa Iorio sorella del governatore Michele Iorio. Allo stato dei fatti è l’unica donna che conti nel panorama politico della città pentra. L’unica che può prendere decisioni strategiche per il bene della centro Lo ha già dimostrato con diverse delibere che hanno di fatto migliorato la condizione della terza città del Molise in quanto ad abitanti. In consiglio comunale sono tre invece le esponenti del gentil sesso. La più conosciuta è Maria Teresa D’Achille eletta nelle liste dell’Ulivo. A rappresentare la maggioranza invece Angelica Morelli di Forza Italia e Rita Pilla dell’Udc. Davvero poche cinque donne nei due centri di potere politico più importanti della provincia, se si considera che in totale le persone impegnate sono 80. In percentuale sono il 6,25% del totale. Considerando invece soltanto il dato provincia la situazione diventa ancora più grave. La presenza di un elemento femminile su 33 componenti fa calare il dato al 3,03%. Nemmeno solo al Comune la soglia riesce a sfondare il muro del 10%. Le donne sono 4 su 47 per un totale dell’8,51%. Soltanto le elezioni provinciali di giugno potrebbero portare la percentuale di donne al potere ad un livello accettabile. Ma, oltre alle candidature, servono rappresentanti del gentil sesso che abbiano il coraggio di dare la preferenza ad una donna. Fino a quel momento le isernine l’8 marzo non avranno nulla da festeggiare.